Milano, aeroporto di Malpensa, ore 6.15 del mattino: i passeggeri del volo Delta 00161 in partenza alle 10.45 per New York-Jfk stanno facendo la fila al check-in. Quanto hanno pagato il loro biglietto? «Seicentonovanta euro a testa, andata, ritorno e tasse comprese» risponde una coppia di mezza età che sta andando negli States a trovare la figlia. Informati, organizzati, i due hanno prenotato nell’agenzia di viaggi di fiducia quasi due mesi fa. Dietro di loro una bella donna sulla trentina,pur essendosi mossa solo una settimana prima di partire, ha consultato il portale comparaprezzi Skyscanner e si è assicurata il volo per 570 euro. In coda segue un businessman americano che lo ha acquistato con un mese di anticipo sul sito della compagnia aerea per 1.100 dollari, circa 758 euro al cambio di allora.
Peggio è andata a due signore sulla settantina, alle quali sei giorni prima un’agenzia di Manhattan ha rifilato un biglietto da 1.600 dollari, 1.186 euro al cambio del giorno dell’acquisto: quasi il doppio della coppia italiana e più di tutti i 40 viaggiatori interpellati da Panorama. Eppure, per tutti stesso itinerario, seduti accanto sullo stesso Boeing 767 della Delta Airlines: medesima classe, l’economy, un bagaglio che rispetta l’ingombro e il peso massimo consentiti, identico trattamento, uguale menù.
Una scena simile si è svolta il giorno prima ai banchi check-in del volo Air One per Napoli delle 11.35. Anche su una rotta nazionale lunga un’ora e mezzo è difficile trovare due persone che abbiano pagato lo stesso prezzo. Le discrepanze sul fronte domestico sono addirittura più rilevanti.
In verità, a ogni tariffa Air One corrispondono tre tipi di servizio diversi. Chi, per esempio, si aggiudica la più bassa, battezzata Go, dovrebbe sapere che il biglietto non è rimborsabile e il bagaglio non è incluso. Solo che quasi nessuno lo sa. Su 30 persone interrogate da Panorama, soltanto due sono state in grado di riferire il nome e le regole della tariffa acquistata.
È FINITA L’ERA DEI PREZZI FISSI
Il test di Panorama è circoscritto: una miniinchiesta, fatta… al volo, tra viaggiatori in partenza per una destinazione interna e per una intercontinentale, in due giorni qualsiasi di metà settimana. Essenziali le domande: il prezzo del biglietto, dove e quanti giorni prima è stato acquistato, la classe di volo, i bagagli, gli eventuali extra a pagamento.
Se la prova è contenuta, la moltitudine di tariffe differenti che ne è risultata è impressionante. Nessuna correlazione evidente, ma una selva apparentemente incoerente con ogni criterio. Che l’era dei prezzi fissi a bordo sia finita per sempre è un fatto assodato. Ma l’acquisto di un biglietto aereo oggi sembra essere diventato una lotteria.
Pare essere saltata anche la regola aurea di prenotare in anticipo per risparmiare, come hanno insegnato le compagnie low cost. Sul volo per New York del sondaggio di Panorama è accaduto l’opposto. Fra i 40 interpellati, il fortunato che ha speso meno di tutti è stato un americano che ha comprato il biglietto sul sito e-Dreams il giorno prima di partire.
La palma della sfortuna, invece, va alla signora italiana che non è riuscita a trovare posto in classe economica sul volo di ritorno, pur essendosi rivolta al sito dell’Alitalia (che con l’americana Delta ha un accordo commerciale, il cosiddetto code sharing, sui collegamenti tra Italia e Usa) con 19 giorni di anticipo.
Viaggerà più comoda in economy plus, ma tirate le somme si è rivelata il passeggero che ha speso più di tutti nell’indagine (1.956 euro). Nei giorni successivi al suo acquisto altri passeggeri hanno prenotato in economy senza difficoltà.
È IL REVENUE MANAGEMENT, BELLEZZA
Quel che ai profani risulta una giungla appare «perfettamente coerente» a uno dei massimi esperti del campo: Massimo Arciulo, responsabile revenue management dell’Alitalia. Ex Telecom e Wind, una laurea in matematica finanziaria e studi di filosofia, è a capo di un gruppo di analisti che controllano e adeguano le tariffe di ogni singolo volo 24 ore al giorno, quasi fino al momento del decollo.
«La tariffa» dice «ha due anime. Il pricing, ovvero il listino prezzi iniziale di ogni volo, nel quale i posti sull’aereo vengono suddivisi in classi tariffarie differenti»: niente a che vedere con le cosiddette classi di volo, cioè economy, business e first class, si tratta di fasce di prezzo diverse. Solo in economy, puntualizza Arciulo, «ce ne sono almeno 11 e il rapporto fra la classe più economica, la cosiddetta entry level, e la più costosa, la Y, può anche essere di sette e addirittura otto volte».
A scombinare il listino interviene l’altra anim anima della tariffa: la cosiddetta inventory. Ossia «la fase nella quale gli analisti modificano continuamente il prezzo e il numero di posti disponibili in ciascuna classe tariffaria, sulla base di un’infinità di variabili: dall’andamento delle vendite alle eventuali cancellazioni, fino a quel che nel frattempo sta facendo la concorrenza».
Le compagnie si tengono d’occhio tra loro. Se, per esempio, una lancia una promozione o un’offerta speciale, le altre non possono non tenerne conto, magari aumentando il numero dei loro posti a tariffa più bassa. Per chi compra, però, è un terno al lotto. I prezzi cambiano ogni ora. E anche nello stesso identico istante può capitare di trovare importi differenti consultando canali di vendita diversi.
RISPARMIARE SI PUO’?
Sì, si può. Alcuni segreti li indica lo stesso Arciulo. Prima di tutto, afferma, chi prima arriva meno spende resta un principio pilastro. La prova? Passato un certo periodo di tempo, le tariffe più basse scompaiono dal sistema di prenotazione di tutte le compagnie, indipendentemente dal numero di posti già venduti.
Sui voli interni, «le entry level spariscono circa 30 giorni prima della partenza». Sugli intercontinentali «3-4 mesi prima, con punte di 8 mesi». Sugli internazionali, invece, «anche fino al giorno prima del decollo». Ma a Natale, Capodanno e nelle altre feste comandate non c’è speranza: «Le entry level non ci sono».
Attenzione, però, negli Usa chi primo arriva spesso spende di più. «La clientela business americana, a differenza di quella europea, prenota con grande anticipo» riferisce Arciulo. «Per questo le compagnie partono alte e possono abbassare i prezzi a ridosso della partenza». In Europa, invece, «è raro che i prezzi scendano a posteriori. Il last minute da noi non esiste. Anche la Ryanair aumenta, e di molto, sotto data».
Gli altri consigli di Arciulo: prima di comprare, saggiare i siti internet delle compagnie aeree, che «in genere hanno le tariffe migliori». Ancora, per risparmiare, meglio volare «nei giorni in mezzo alla settimana e negli orari in mezzo alla giornata». Checché se ne pensi, inoltre, «comprare un biglietto di andata e ritorno conviene. Le compagnie non lo dicono, ma la realtà è che il round trip è quasi sempre un vantaggio».
(articolo tratto da Panorama.it del 25/10/11)
A mio avviso l'articolo è abbastanza veritiero, in realtà la faccenda è ancora più complessa di come viene descritta....
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